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Ente Parco
Conservazione della Natura
Promozione
Le Favate
Agriturismo
Ascea - Via 24 Maggio, 15
0974 977310
posti letto:
periodo di apertura: Marzo/Ottobre
Una perla nel Parco Archeologico di Velia, sita in Contrada agricola Le Favate, bivio del percorso viario che è un segmento di storia di tremila anni: la Via del sale ( 2° itin. ) che, da Porta sud-orientale di Velia, per Il Ponte, Il Principio, I Cantari di Cuccaro, Antilia ( pagus ante Eleam ), Rofrano, Sanza, Certosa di Padula, raggiunge Sala Consilina.
Questa via fu percorsa dai Lucani nella loro migrazione verso il mare; sfruttata dagli Focei di Elea per raggiungere le terre rosse del Gelbyson, ricche di minerali di ferro, e i boschi del La Bruca per il legno da usare nei loro cantieri navali; dai monaci basiliani e i profughi della Lotta Iconoclastica che trasferirono nel Cilento e Vallo di Diano diversi culti religiosi con i rispettivi santi orientali. Ad est, confina con il santuario de Il Principio che riporta ad un culto pagano di propiziazione trasformato poi in culto paleocristiano; e, ad ovest, dalla cappella de Il Ponte, costruita a fine delle lotte iconoclastiche, per il ritrovamento di una statua trafugata in quella zona.
Nello stabile principale dell’azienda è una cappella di diritto patrimoniale con questa iscrizione: In questa cappella const. per reale indulgenza non si gode di asilo politico 1783 –, la quale testimonia il cambiamento di indirizzo politico del Re di Napoli nei confronti della Curia Romana, dopo il licenziamento del Ministro Tanucci, inviso alla moglie Maria Carolina d’Austria
Il Re, attraverso l’istituto dell’indulto, legittimò il diritto di proprietà dei signori che si erano appropriati delle terre della Chiesa a condizione che costruissero, nei poderi più consistenti, delle cappelle con rendita annuale, ma senza privilegio di asilo politico.
Questa via fu percorsa dai Lucani nella loro migrazione verso il mare; sfruttata dagli Focei di Elea per raggiungere le terre rosse del Gelbyson, ricche di minerali di ferro, e i boschi del La Bruca per il legno da usare nei loro cantieri navali; dai monaci basiliani e i profughi della Lotta Iconoclastica che trasferirono nel Cilento e Vallo di Diano diversi culti religiosi con i rispettivi santi orientali. Ad est, confina con il santuario de Il Principio che riporta ad un culto pagano di propiziazione trasformato poi in culto paleocristiano; e, ad ovest, dalla cappella de Il Ponte, costruita a fine delle lotte iconoclastiche, per il ritrovamento di una statua trafugata in quella zona.
Nello stabile principale dell’azienda è una cappella di diritto patrimoniale con questa iscrizione: In questa cappella const. per reale indulgenza non si gode di asilo politico 1783 –, la quale testimonia il cambiamento di indirizzo politico del Re di Napoli nei confronti della Curia Romana, dopo il licenziamento del Ministro Tanucci, inviso alla moglie Maria Carolina d’Austria
Il Re, attraverso l’istituto dell’indulto, legittimò il diritto di proprietà dei signori che si erano appropriati delle terre della Chiesa a condizione che costruissero, nei poderi più consistenti, delle cappelle con rendita annuale, ma senza privilegio di asilo politico.
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