Ai piedi del Monte Motola, nei pressi della gola del Sammaro, in un paesaggio naturale che conserva intatta la sua stupefacente bellezza, si trova il centro di Sacco Vecchia, anticamente abbandonato, si pensa a causa delle invasioni arabe del IX secolo. Non privi di interesse storico i reperti ritrovati a Sacco, come il Calice di San Silvestro conservato nel Museo Diocesiano di Vallo della Lucania. La sorgente del fiume Sammaro prende vita da una polla di acqua cristallina di incantevole bellezza. Da visitare la Chiesa di Sant’Antonio e la Grotta di Jacopo che ospitò una comunità di pastori in piena età del bronzo, nel XV secolo a.C.
La leggenda narra che una duchessa di nome Saccia, colpevole di aver tradito il marito, fu rinchiusa nell’antico castello. Il consorte, duca di Benevento, per vendetta fece distruggere il maniero e il centro abitato. I superstiti fondarono un nuovo villaggio, Sacco, in memoria della nobildonna. Una comunità di monaci greci si insediò presso la Chiesa di San Nicola, denominata secondo la tradizione locale, Zatalampe, termine grecobizantino che vuol dire “cerco la luce”. Nel 1656, durante la peste, l’icona della Madonna, conservata nel castello eretto dai Longobardi, fu meta di pellegrinaggi.