L’Inghiottitoio del Bussento è raggiungibile tramite un sentiero turistico che conduce nell’alveo del fiume omonimo e quindi, dopo poche decine di metri, alla grotta. L’ingresso si presenta con un portale alto circa 25 metri e largo 12, posto alla base di una parete strapiombante alta circa 100 metri, nota come “La Rupe”. Prima della costruzione della diga Sabetta, posta sul corso del fiume circa 2,5 km a monte dell’inghiottitoio, le acque entravano impetuose trasportando con sé detriti, tronchi d’albero e tutto ciò che strappavano durante le piene impetuose, materiale che talvolta ostruiva alcuni tratti del percorso sotterraneo, provocando l’innalzamento del livello del fiume al punto da provocare la sommersione dell’ingresso e di parte della vallata, con formazione di un vasto lago, da cui il toponimo locale di “Utimàre”, ossia “come il mare”. Le prime esplorazioni sistematiche dell’Inghiottitoio del Bussento furono effettuate negli anni ’50 da parte del Circolo Speleologico Romano (CSR) e del Centro Speleologico Meridionale (CSM), con enorme impiego di uomini e mezzi, coinvolgendo comandi militari, istituti di ricerca, autorità locali e persone del posto. Ma fu durante una spedizione condotta nell’autunno del 1958 che membri del Gruppo Speleologico del CAI Napoli raggiunse il punto di massima penetrazione possibile, cioè il “Grande Sifone”.
Info: Serafina Varamo, Associazione La Rupe, 3398558493