Lasciata la macchina nei pressi della piazzetta San Michele, si prosegue a piedi per un sentiero sterrato che gradualmente si arrampica sui fianchi del monte. Man mano che si sale l’abitato si fa sempre più piccolo fino a dominare con lo sguardo quasi tutto il territorio casellese.
Dopo circa 20 minuti di cammino si giunge ad una croce che segna la metà del percorso. Qui la vista e stupefacente, si può osservare tutta la valle del Bussento sino a posare lo sguardo sul Monte Gelbison. Ora il sentiero si mantiene in falso piano. Il paesaggio cambia, le iniziali e abbondanti pietre calcaree (da qui il none Pittari che starebbe a significare monte pietroso), lasciano spazio ad accenni di grotte e arbusti, fino a raggiungere un ampio pianoro dove un tempo si ergeva la abbazia bizantina. Da qui cinque minuti di cammino e si raggiunge la meta. Uno spazio di una cinquantina di metri che mani sapienti seppero costruire ergendo un enorme muro. Da questo punto, nei giorni di sereno, si può osservare tutto il golfo di Policastro e la costa calabra. Questo spazio è una sorta di atrio per accedere alle due grotte naturali che da tempi remoti sono votate a luogo di culto, infatti si trova qui il santuario di San Michele. Interessanti sia per la presenza di concrezioni, ma sopratutto per la presenza di manufatti probabilmente molto antichi fra cui due bassorilievi e un’acquasantiera in pietra. La grotta di San Michele è più articolata poiché possiede anche due cunicoli laterali dietro l’altare e anche in questi si trovano grosse concrezioni, opere in muratura e blocchi squadrati forse usati un tempo come altari. L'altra, di Sant’Angelo, presenta un solo breve cunicolo. Si ritorna sui propri passi per un breve tratto, per poi salire in cima alla vetta ove visitare i resti di insediamenti primordiali. Infine, girato il versate della montagna si ridiscende verso valle.
Info sig.ra Varamo Serafina, Associazione La Rupe 339 8558493