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Consorzio pro loco Cilento

 
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Avvio ai festeggiamenti per l’Unità d’Italia. Forse non motivazioni storiche, ma certamente la consapevolezza che bisogna presentarsi agli altri con la mappa di un vasto comprensorio. Quei confini ora costituiscono il territorio del Parco Nazionale del Cilento. 
Siamo nel 1977, tra le tante iniziative dell’epoca per il rilancio del Cilento, merita di essere ricordata una riunione, dopo tante altre di preparazione, tenutasi a Caggiano. In un paese che separa la Campania della Basilicata, studiosi del territorio, imprenditori, rappresentanti degli Enti Locali, rappresentanti delle associazioni, componenti delle Pro Loco , arrivano ad una conclusione: “ Se vogliamo lo sviluppo dei nostri paesi, se vogliamo inserirci in circuito turistico nazionale ed internazionale, dobbiamo presentarsi con mappa allargata. In altre parole il campanilismo deve cedere il posto a nuove visioni “. E tutto sommato arriva anche il parere favorevole degli storici. Il ruolo svolto dal dott. Pietro Ebner, di Ceraso e dal dott. Gaetano Lamattina di Caggiano appare di fondamentale importanza. “ Sì, si può affermare che i confini del Cilento partono dal Sele a nord , ma possono benissimo arrivare , a Sud, ai confini con la Basilicata, includendo quindi anche il Vallo di Diano. In altre parole il Cilento ed il Vallo di Diano si presentano uniti. Allora il 1977 costituisce solo una data storica? Niente affatto. Costituisce una realtà. Perché successivamente , quando è sorto il Parco Nazionale , i confini inseriti sono proprio quelli suggeriti nell’incontro di Caggiano. Oggi il Parco si chiama “ Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano” ed i confini partono dal Sele ed arrivano all’ingresso della Basilicata. E affrontando questo argomento troviamo la gioia di un grande promotore di questa intuizione, Gennaro Greco. Ma quale fu la molla che spinse l’allora presidente della Pro Loco di Ascea ad adoperarsi per “ allargare” i confini ? L’esperienza fatta durante alcune partecipazioni a fiere turistiche, ed in modo particolare la partecipazione alla Fiera di Monaco di Baviera. Presentarsi come Palinuro o come Ascea non aveva effetti concreti. Raccogliemmo l’imput di presentarsi come un comprensorio che potesse offrire , oltre al mare, al paesaggio, la storia, la cultura, anche la ricettività. In altre parole- precisa Gennaro Greco – bisognava presentarsi con un bigliettino da visita in cui , nel territorio, si offrivano moltissimi posti letto”.
E così la prima idea , considerato che in quel periodo era inutile sperare nella promozione degli Enti Locali, di unire tutte le Pro Loco del territorio. 
Sorse così il Consorzio comprensoriale delle Pro Loco del Cilento, che provvide a dare alla stampa il primo vero “manifesto” pubblicitario della zona, ovvero la cartina “ Vacanze nel Cilento”. Escono dalla rotativa o t t a n t a m i l a copie, di cui 30.000 inviate all’ENIT di Roma e diffuse in varie località del mondo grazie all’impegno di un cilentano che insegnava all’università di Perugia, ma che era in contatto con l’ENIT, il prof. Felice Vertullo, originario di Laurino.
Certo questo lavoro di promozione non ebbe subito gli effetti sperati , anche perché- precisa Gennaro Greco-gli ostacoli a far “ girare” il nome del Cilento arrivarono proprio da altre zone della Campania. Una sorta di boicottaggio per “gelosia” turistica. Tanto è vero che la cartina del Cilento, in qualche Fiera all’Estero trovava posto nello Stend Italia e non in quella della Campania. Ma anche a Salerno non è che ci fu amore a prima vista.
Solo successivamente l’Ente del Turismo incominciò a stampare ogni anno 20.000 copie della cartina “Vacanze nel Cilento”.
Ma va fatta una doverosa precisazione-afferma l’ideatore del Consorzio delle Pro Loco e tenace Assertore della utilità dell’allargamento, Gennaro Greco-che non ci furono solo perplessità per il Vallo di Diano , ma anche per la zona che va da Agropoli a Capaccio. Ma oggi abbiamo avuto la grande soddisfazione da parte del Vescovo Favale che ha fortemente voluto che il quadro della Madonna con la scritta Benvenuti nel Cilento terra di Maria, sia stato collocato a Ponte Barizzo non solo perché là hanno inizio i confini della Diocesi di Vallo, ma anche perché a Nord quelli era i confini da noi indicati come porta d’ingresso al Cilento”.
 
 
 
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